Il modo utilizzato dalle api per indicare alle altre dove si trova una nuova fonte di cibo è un impressionante esempio che contrasta l'evoluzionismo


Immagina di essere un'ape. Lasci il tuo alveare una bella mattina di primavera e vaghi in giro finchè noti un campo pieno di nuove piante in fiore. Il cibo, che ha nutrito le 15.000 api della tua colonia per l'inverno, è ormai al livello minimo. Ma adesso, in questo campo, hai trovato una nuova fonte di approvvigionamento. Così riempi la tua speciale sacca con il nettare e voli per 250 metri fino al tuo alveare. 

Le altre api ancora non sanno dove sono i fiori che tu hai scoperto. Il tuo cervello ha appena le dimensioni di una capocchia di spillo, ma è naturale che, se vuoi utilizzare pienamente la nuova fonte di cibo, avrai bisogno di aiuto. Prima che arrivi l'estate la tua colonia raggiungerà una dimensione di oltre 80.000 api. Ma, con la piccola porzione di polline e nettare che puoi raccogliere in ciascun viaggio, vedresti la tua colonia morire di fame prima di riuscire ad alimentare ogni membro. Quindi, come dire alle altre api del tuo alveare dove trovare i fiori che hai scoperto?

 All'inizio del 1900, il naturalista austriaco Karl von Frisch era incuriosito da questo misterioso enigma. Affascinato dal modo in cui le api lavorano insieme, von Frisch iniziò uno studio approfondito sulla questione. Egli era convinto che una delle più notevoli caratteristiche delle api fosse il modo di comunicare. Infatti le api possiedono uno dei più straordinari mezzi di comunicazione nel mondo degli insetti. Von Frisch scoprì che le api si esprimono non solo toccando e assaggiando, ma anche danzando

Per identificare l'ubicazione di una fonte di cibo troppo distante dall'alveare per essere odorata o vista dalle altre api, l'esploratrice compie una danza sul favo dell'alveare. Le altre api si raggruppano intorno e seguono da vicino la danzatrice (tutte le api danzatrici sono femmine). Esse imitano i suoi movimenti e percepiscono su di lei la fragranza dei fiori dai quali la danzatrice ha raccolto il nettare. Se la nuova fonte di cibo è vicina, vale a dire circa 50 metri dall'alveare, l'ape compie una danza circolare sulla superficie del favo. Essa si muove a circa due o tre centimetri (un pollice circa), quindi ruota in direzione opposta. Tutto questo comunica alle altre api che il cibo è vicino. La traccia che percepiscono dai suoi segnali profuma come il nuovo cibo. Così le altre api lasciano l'alveare e volano intorno in cerchi sempre più ampi fino a che trovano la nuova fonte di cibo. 

Danza per la distanza 

Se la nuova fonte di nettare o polline è distante, la cercatrice apporta una ingegnosa modifica alla sua danza. Compie una danza disegnando un "otto" con movimenti intermittenti in mezzo alla figura. La distanza alla quale il cambio di disegno dal cerchio alla forma di “otto” ha luogo, varia a seconda delle diverse specie di api. Ciò non causa confusione poichè la distanza è costante all'interno di ciascun alveare. Ogni movimento della danzatrice ha un significato per le altre api. Esse possono ricavare la distanza di una fonte di cibo dal numero di volte che la danzatrice gira in un dato intervallo di tempo, ed anche dai movimenti dell'addome. Più grande la distanza, più lentamente si dimena. La direzione del cibo è indicata dalla direzione e dall'angolo che l'ape danzante compie nel cerchio. Se si dimena attraverso il cerchio verso l'alto, le api che la osservano capiscono che troveranno il cibo volando verso il sole. Se taglia il cerchio verso il basso, capiscono che devono volare in direzione contraria rispetto al sole. Se l'ape che danza taglia il cerchio con un certo angolo, le altre api capiscono che devono volare a destra o a sinistra rispetto al sole con lo stesso angolo che la danzatrice compie a destra o a sinistra rispetto ad una immaginaria linea verticale. Questo mezzo di comunicazione delle api è davvero unico nel mondo degli insetti. Quando consideriamo i complessi passi della danza e l'informazione dettagliata trasmessa e compresa per mezzo di essa da tutto il mondo delle api (Von Frisch impiegò 20 anni per decifrarlo), abbiamo il diritto di dubitare seriamente che questo processo possa mai sorgere per evoluzione casuale. 

 

La danza può evolvere? 

Cerchiamo di immaginare come il sistema possa evolvere. Un'ape scopre un campo in fiore. Ritorna al suo alveare e nessuno sa dove si è riempita lo stomaco. Lei non può comunicarlo, così deve andare avanti e indietro di continuo sperando che qualcuno la segua, oppure all'alveare non resta altro che aspettare che ogni singola ape capiti nello stesso campo. Ancora peggio, l’ape stessa potrebbe non ricordare come tornare al campo! 

Ora, supponiamo che un giorno un'ape intraprendente inventi la danza. Come può comunicare alle altre che cosa significhi? Come può spiegare la geometria involuta - ovvero che l'angolo che essa percorre lungo il diametro del cerchio è uguale all'angolo tra il sole e la fonte di cibo? Come fare se il sole cala prima che le altre api abbiano capito? Come spiegare che ella ha inventato una danza per una fonte di cibo vicina e un'altra per una fonte di cibo distante? 

Come comunicare alle altre che se lei si dimena molto lentamente significa che il campo è molto distante, mentre se si dimena molto velocemente significa che il campo non è lontano? Come far capire che se la danzatrice procede verso l'alto del favo le altre dovrebbero volare verso il sole, mentre se procede verso il basso dovrebbero volare nella direzione opposta?

 Ancora più importante, se questo processo evolvesse lentamente su un lungo arco di tempo, come sono sopravvissuti gli antenati delle api mentre questo sistema stava evolvendosi? Se esse fossero riuscite a sopravvivere senza questo complesso metodo, perchè inventare un nuovo sistema che sarebbe quasi impossibile da spiegare? 

Attraverso le meraviglie della creazione di Dio, l'alveare fornisce alcune sorprendenti evidenze che screditano la teoria dell'evoluzione, in favore di un disegno, di un proposito del Creatore. La precisa coordinazione del linguaggio utilizzato per la sopravvivenza delle api ha troppe componenti necessarie ed indipendenti per far pensare che tale sistema si sia potuto evolvere. Siamo costretti dalla logica e dal buon senso a concludere che l'intero processo fu impresso nelle api al tempo della loro creazione. Come le stesse api, esso non si è evoluto e non poteva evolversi. 


La danza con la figura ad otto è anche utilizzata quando le api devono trovare un nuovo luogo per vivere. Se l'alveare cresce eccessivamente, la regina può decidere di abbandonarlo con parte della colonia alla ricerca di una nuova casa. Essa va via con una o più uova particolari dalle quali nascerà una nuova regina. La vecchia regina e il suo sciame dapprima si riuniscono da qualche parte, come il ramo di un albero. Le api operaie vengono quindi inviate in giro alla ricerca di un nuovo luogo per vivere. L’esploratrice che ha trovato un sito potenziale ritorna dalle altre e comunica loro dove si trova il luogo facendo la danza della "figura ad otto" di fronte allo sciame di api

Le altre api ispezionano ciascun sito e ritornano alla colonia per dire alle altre cosa ne pensano. La forza della loro danza riflette la loro reazione all'opportunità del sito. Finalmente dopo diversi giorni di ricerca, uno dei siti guadagna il deciso favore e lo sciame parte per dar vita ad un nuovo alveare nel luogo prescelto. 

Un ricercatore osservò questa danza nell'arco di quattro giorni, notando le distanze e direzioni dei siti potenziali. Egli calcolò il sito che stava rapidamente guadagnando il favore, quindi corse a trovarlo. Arrivò al nuovo luogo di abitazione prima delle api! 

Tale complesso sistema di comunicazione sembra impossibile da spiegare se si ammette che le api e il loro linguaggio possano essersi evoluti.

 
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