Come si spiegano tutti quei casi in cui una struttura non ha senso né funzione se non quando ha raggiunto il suo "stato evolutivo" finale? Durante una ipotetica evoluzione di questi organi, gli intermedi non sarebbero serviti allo scopo finale e quindi non avrebbero dato nessun vantaggio selettivo all'animale. Anzi, in molti casi l'animale provvisto di questi organi ancora inutili ne sarebbe risultato svantaggiato, ma nonostante ciò avrebbe continuato a portarsi dietro per milioni di anni, generazione dopo generazione, questre strutture con il solo scopo di permettere all'evoluzione di agire e raggiungere un risultato finale che -finalmente- potesse servire a qualcosa.

A quanto pare questo tipo di processo non si sarebbe mai potuto compiere e questo è anche confermato dai reperti paleontologici: le strutture complesse nascono di colpo, senza gradualità, ma di questo se ne parla abbondantemente nel capitolo sulla paleontologia.

La lingua del picchio
Un caso molto peculiare di complessità irriducibile è fornito dalla lingua del picchio. Il noto uccellino ha una lingua lunga 15 centimetri, quanto il suo corpo, con una punta appiccicosa per catturare le larve di insetti nelle gallerie scavate nei tronchi. In posizione di riposo, questa lingua, che non può essere contenuta nella bocca, rimane arrotolata attorno al cranio, come una fionda, avvolta in un apposito canale che gira intorno al capo e al collo.

La cosa stupefacente è che la lingua parte dal becco all'indietro, gira attorno al cranio e ritorna al becco dalla parte opposta. Secondo il darwinismo, le strutture viventi evolvono gradualmente. Ora, non è possibile che una lingua così straordinaria si sia "evoluta" per gradi. Che vantaggio avrebbe dato al picchio una lingua in evoluzione ancora corta e rivolta all'indietro, se non quello di rischiare di soffocarlo e rendere impossibile la nutrizione finchè l'apparato non avesse raggiunto la necessaria lunghezza?

Ma c'è di più. A questa lingua eccezionale si unisce un udito finissimo che consente al picchio di percepire il tenue grattare delle larve all'interno del tronco, oltre a zampe robuste per far presa sul tronco stesso, ad un forte becco per scalpellare il tronco aprendosi la via verso le prede, ad un'ossatura della testa robustissima per sopportare i contraccolpi del martellamento. E per milioni di anni, in attesa di avere la lingua adatta a nutrirsi, l'udito raffinato, le zampe, il becco e le ossa del capo rafforzati, cosa facevano i picchi? Digiunavano? Avevano un'altra dieta? ed allora quale sarebbe stata la spinta a modificazioni morfologiche così radicali?

La sessualità
Anche la comparsa della sessualità crea non poche difficoltà poiché in tema di riproduzione sessuata (quella in cui un individuo femmina ed uno maschio contribuiscono in pari misura genetica per dar vita al nuovo organismo) gli stadi intermedi delle strutture e dei meccanismi necessari alla riproduzione non sono concepibili: occorrono subito i gameti, la loro fusione, gli organi che li formano e il modo di metterli in contatto.

Questo evento, già di per sé impossibile a verificarsi per caso, si sarebbe poi ripetuto più volte nel corso dell'evoluzione, dal momento che è comparsa non solo negli animali (discesi dai protozoi) ma anche nei vegetali (discesi dai protofiti) (1).

Di esempi in natura di complessità irriducibile ce ne sono veramente tanti. Anzi si potrebbe dire che ogni struttura funzionale, organo o sistema potrebbe rientrare in questo tipo di ragionamento.
Nella nostra trattazione sull'evoluzionismo abbiamo affrontato, in altre sezioni, vari tipi di esempi, che possono essere ripresi ed approfonditi nei relativi capitoli:
l'ala negli uccelli;
la postura eretta negli ominidi;
il "sonar" dei pipistrelli.

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(1) D. Raffard de Brienne, Per finirla con l'evoluzionismo, Il Minotauro, Frascati 2003, pp. 76-77

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