Tutta l'umanità discende da una sola coppia (monogenismo), non da un gruppo di progenitori (poligenismo)

 

Le ricerche scientifiche sull'origine dell'uomo aggiungono di continuo nuovi dati e nuove riflessioni che ci aiutano a dare una risposta sempre più plausibile al grande interrogativo: da dove veniamo?
Sappiamo che quello della Bibbia è il racconto teologico della storia dell'umanità, che utilizza un linguaggio e un metodo che le sono specifici, che si preoccupano di dire la verità esistenziale, quella che serve a dare un senso alle cose e alla vita. Il racconto teologico non indica coordinate temporali o spaziali perché non gli interessano.

LA ZONA DELLA NOSTRA ORIGINE
Ci chiediamo ora quale sia invece il racconto dell'origine dell'uomo fatto dalla scienza, o meglio dagli scienziati.
Entro subito nel vivo della questione aprendo con una lunga ma molto ricca citazione da un articolo di Telmo Pievani, che pur è un autore spesso anticattolico (dal suo articolo, però, trarrò delle conclusioni diverse dalla sue): «Da una zona forse vicina al sito eritreo di Abdur, dove la presenza di Homo sapiens è attestata 125 mila anni fa, iniziano le dispersioni multiple della nostra specie fuori dall'Africa, seguendo spesso gli stessi tracciati delle precedenti diaspore. Le espansioni di Homo sapiens hanno lasciato una traccia genetica flebile ma significativa. I quasi sette miliardi di esseri umani che abitano oggi il pianeta presentano una variazione genetica molto ridotta e proporzionalmente più bassa mano a mano che ci si allontana geograficamente dal continente africano. Questo dato suggerisce che l'intera popolazione umana sia discesa da un piccolo gruppo iniziale, che conteneva gli antenati di tutti noi» (T. Pievani, Siamo frutto del caso, «Micromega», 1/2012).
L'intera popolazione umana, dunque, deriva per generazione e per migrazione da un piccolo gruppo iniziale presente in Africa nord occidentale, presso l'attuale Eritrea, circa 100 mila anni fa. Le prime tracce di Homo sapiens risalgono, in quella stessa posizione geografica, a circa 200 mila anni fa; la sua migrazione verso l'Europa e verso l'Asia inizia solo dopo un periodo di assestamento sul territorio. Osserviamo ora però un altro particolare curioso: nel mondo Homo sapiens non è solo, per un certo periodo, ma convive con altre (specie) diverse, chiamate forme umane: «50 mila anni fa, in Africa ed Eurasia convivono ben cinque forme umane contemporaneamente. Non siamo mai stati soli, tranne che nelle ultime, poche migliaia di anni» (ibi).
Queste altri forme di vita umanoide si erano evolute in loco a partire da precedenti ondate migratorie del genere Homo, sempre provenienti dal Corno d'Africa: si tratta dei noti Neanderthal e dei discendenti asiatici dell'erectus, tra cui i Denisova e i Florensis, dell'isola omonima.

I PREDECESSORI DELL'HOMO SAPIENS
Facciamo ora un passo indietro nel tempo e torniamo sempre in Africa a cercare le origini del genere Homo: «intorno a due milioni di anni fa troviamo in Africa una pletora di specie (forse venti) appartenenti addirittura a tre generi diversi» (ibi).
Più indietro ancora, che cosa troviamo in Africa? Circa sei milioni di anni fa ci sono i primi ominidi, che sono specie che si differenziano tra loro, ma a partire da un antenato comune (non ancora identificato), condiviso anche con le scimmie. È importante sottolineare che anche le ipotesi evolutive odierne (vera o falsa che sia la teoria dell'evoluzione, cosa che qui non ci interessa) [noi di BastaBugie comunque affermiamo che la teoria dell'evoluzionismo è falsa dal punto di vista scientifico: per informazioni
http://www.amicideltimone-staggia.it/it/edizioni.php?id=54, N.d.BB] escludono categoricamente per l'uomo una discendenza diretta dalla scimmia: si parla solo di un antenato comune.

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  Il colesterolo è spesso al centro dei discorsi dei media e del pubblico in genere e molto spesso viene considerato in senso negativo ,come una sostanza dannosa e portatrice di gravi malattie come l'aterosclerosi e quindi l'infarto, l’ictus ecc. In realtà è una sostanza essenziale alla vita delle cellule animali; la sua assenza porta alla morte delle cellule .Infatti si inserisce nelle membrane cellulari tra due strati di fosfolipidi ,diminuendo la  fluibilità della membrana e stabilizzando la membrana; la sua assenza porta alla rottura della membrana e quindi alla morte della cellula. Inoltre si aggrega ad alcune proteine delle vescicole contribuendo al trasporto cellulare di varie sostanze; è convolto anche nella crescita e divisione cellulare. E' coinvolto nella sintesi degli ormoni steroidei come l'aldosterone, il cortisone, il testosterone l'estradiolo. Inoltre è essenziale per lo sviluppo embrionale: alcune sostanze anticolesterolo somministrate in gravidanza hanno provocato malformazioni gravi del neonato. 

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Si sono avute nuove scoperte sull'apoptosi che mettono in crisi maggiormente l'evoluzione darwiniana. E' stato scoperto che l'apoptosi ,cioè la morte programmata della cellula, è molto antica, è stata trovata nei coralli che si calcola siano presenti nella terra almeno dal periodo precambriano, circa 550 milioni di anni fa. L'apoptosi è un fenomeno molto complesso e sembra che agiscano in sequenza per determinare la morte cellulare programmata ben 53 proteine fatte in media da 250-500 aminoacidi ciascuna.

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biollogiaQualsiasi scoperta si può fare riguardo i meccanismi della vita si dice ,da parte della stragrande maggioranza della comunità scientifica che si sono evoluti ,anche se la struttura è talmente organizzata in tutte le sue parti che appare evidente che sia stata progettata. Un esempio eclatante è il ribosoma.Si tratta di una grossa struttura tridimensionale formata da due subunità la LSU più grande e la SSU più piccola che una volta formate si combinano insieme per formare l'unità funzionale del ribosoma.Il ribosoma è presente in tutti gli organismi viventi ,dagli archeobacteri all'uomo ed è essenziale alla vita perchè serve per la traduzione del messaggio genetico in proteine.

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pinocchioIn altri precedenti scritti da me inviati in precedenza a questo sito ho affermato una mia convinzione comune ad altri studiosi che il cervello è la condizione necessaria ma non sufficiente peri fenomeni che riguardano la coscienza e le percezioni sensoriali ed emozionali coscienti. Infatti tutti gli impulsi che arrivano al cervello dagli organi sensoriali come potenziali elettrochimici d'azione e poi interpretati dal cervello come percezioni coscienti non, possono spiegare la coscienza .Diceva il filosofo Liebniz che se noi potessimo entrare dentro il cervello perche' ridotti a dimensioni microscopiche noi non potremmo mai vedere la coscienza che è' dunque una cosa che sfugge all'indagine materiale.

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