Un’associazione animalista chiede che gli scimpanzé vadano considerati persone umane.

Ma gli argomenti portati a sostegno della tesi sono solo dei paralogismi.

 

Della richiesta se ne è parlato su National Geographic, un gruppo animalista ha chiesto ad un tribunale USA la liberazione di uno scimpanzé con la motivazione che si tratti di una persona. A questo punto ovviamente la questione è stabilire cosa sia una persona, la definizione è stata ipotizzata da Catherine Hobaiter, una ricercatriche della University of St. Andrews:

“Se definiamo ‘persona’ un individuo autonomo capace di ricordare, pianificare e agire secondo quei piani”, spiega Catherine Hobaiter, una primatologa della University of St. Andrews che ha who has tradotto i gesti degli scimpanzé, “di sicuro non parliamo solo di caratteristiche “umane”.

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Darwin nel suo libro “L’origine della specie” capí che se ci fosse veramente una forte somiglianza delle diverse specie a livello embriologico, si potrebbe usare questo fatto come evidenza di un antenato comune (da cui si trae la “biogenetic law”, ovvero il processo per il quale dall’ontogenesi si vede la filogenesi).

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batteriL’improbabilità statistica dell’evoluzione diventa ancora più ovvia quando consideriamo l’enorme quantità di dettagliata informazione genetica codificata nell’unico e personale DNA di ogni specie, che è il fondamento dei milioni di differenti tipi di piante e animali che abitano sulla terra. Una commissione governativa dell’Australia nel 2009 ha pubblicato un documento (A.D. Chapman, Numbers of Living Species in Australia and the World, Department of the Enviroment, Water, Heritage and the Arts, Canberra, Australia, 2009, p.7-11.) in cui annotava che esistono 1,899,567 differente specie riportate in documenti scientifici, tra cui:

5,487 differenti specie di mammiferi,

9,990 differenti specie di uccelli

8,734 differenti specie di rettili

6,515 differenti specie di anfibi

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Vi siete mai soffermati a vedere i gabbiani sospesi nel vento? Se tutti gli esseri della terra scomparissero e restassero solo i gabbiani, e magari i pesciolini per la loro alimentazione, pensate forse che dai gabbiani, col passare di milioni di anni, rinascerebbero gli animali che popolano la terra,e, anche l’uomo e forse persino le rane, farfalle e pesciolini. E seppure i gabbiani scomparissero, vi riesce d’immaginare che i pesciolini del mare, per graduali trasformazioni, darebbero origine, alla fine dei tempi, a nuovi gabbiani o comunque a qualche nuovo genere di uccello marino capace di librarsi nell’aria?». Con queste parole inizia Le forme della vita (Armando editore, 1981) il lavoro che forse riassume più di qualsiasi altro il pensiero e lo spirito che pervade tutte le riflessioni di Giuseppe Sermonti grande personaggio della scena scientifica italiana che il prossimo 4 ottobre compirà 90 anni. 

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Non vedremo mai le dita del Musicista all'origine della sinfonia del mondo fin che le vorremmo vedere solo con lo scientismo

Carpire il segreto della vita biologica è una delle massime aspirazioni per gli uomini e le donne di tutti i tempi.

Nell'antichità e fino a tutto il Medioevo si pensava che la vitalità del corpo dipendesse dal suo cuore; poi, in epoca moderna, si è pensato al cervello, come cabina di regia di tutto quanto accade istante dopo istante.

IL CODICE GENETICO

Nel secolo scorso gli sforzi si sono concentrati sulla cellula, sempre più indagabile dai nostri microscopi, e in particolare sul suo nucleo, quella vescicola che misura cinque o sei centimetri di millimetro (quindi infinitamente più piccola sia del cuore che del cervello), ma che contiene quello specialissimo acido desossiribonucleico, la cui struttura a doppia elica, affascinante ed intrigante, venne disegnata su "Nature" nel 1954.

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