Un’équipe di cinque specialisti, quatto cinesi e uno inglese, ha compiuto una scoperta clamorosa. Nelle rocce sedimentarie della provincia di Shaanxi, nella Cina centrale, hanno rivenuto una quarantina di fossili di un esserino di un millimetro la cui forma a sacchetto e la spropositata bocca “coronata” funzionante anche da ano gli ha guadagnato il nome scientifico Saccorhytus coronarius. Visse circa 540 milioni di anni fa, al tempo dell’“esplosione” della vita nel periodo Cambriano e appartiene al superphylum dei Deuterostomia, una delle categorie biologiche fondamentali con cui viene descritto il regno animale.

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Due fatti riguardanti l’evoluzionismo colpiscono in modo particolare. Il primo è che esso è “sospeso nell’aria”, poiché gli manca il punto d’inizio.

Non si ha infatti la più pallida idea dell’origine della vita sulla terra.

Il secondo è che non vi sia alcuna prova della possibilità di trasformazione di una specie in un’altra.

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È nato il primo batterio alieno. Possiede infatti un DNA a sei basi azotate anziché le quattro di tutti gli esseri viventi del mondo e della storia. Lo hanno prodotto artificialmente il biochimico statunitense Floyd E. Romesberg e i suoi colleghi nei laboratori dello Scripps Research Institute di La Jolla, in California: a riferirlo sono il periodico Le Scienze eLeonardo, il telegiornale della scienza e dell’ambiente della Testata Giornalistica Regionale della Rai in onda quotidianamente sul terzo canale (qui al minuto 5,05).

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petersinger7In un libro ormai quasi introvabile il noto bioeticista dice chiaramente che la visione darwinista è uno strumento per l’equiparazione tra Uomo e animale.

Ma gli argomenti sono inconsistenti..

 

 

 

Nell’elaborazione di un nuovo progetto edito riale per “Il Timone” mi sono trovato nella necessità di consultare un libro del filosofo bioeticista Peter Singer, uno dei più influenti a livello mondiale. Un libro pubblicato in lingua originale nel 1994 e in Italia nel 1996 dal titolo “Ripensare la vita“, con grande fortuna sono riuscito a trovarne una delle due copie disponibili tra Roma e provincia in una biblioteca in zona S. Giovanni e l’ho presa per cercare un passaggio di cui avevo solo letto una citazione.

Trovatolo sono poi passato a leggere altri capitoli scoprendo che c’erano molte altre cose interessanti nel libro, una in particolare riguarda il capitolo ottavo intitolato “Verso il superamento della discontinuità” che inizia con un esergo di Richard Dawkins:

“Per chi ha una visione discontinua delle cose, quello di umanità è un concetto assoluto.

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